Trentesimo giorno

 

Pater noster - San Giuseppe, prega per noi!

Unione con Gesù

Chi guarda l'immagine di San Giuseppe con il Bambino in braccio, spontaneamente pensa: Fortunato Santo, che in vita siete stato così vicino a Gesù!

Questo pensiero, frutto di fede, si presta ad una grande riflessione: Noi non siamo meno fortunati, per il motivo che possiamo comunicarci.

Infatti, cosa è la Comunione? E' l'incontro tra l'anima e Gesù, quel Bambino che San Giuseppe teneva in braccio. Il Patriarca lo vedeva in sembianze umane e con la fede ne contemplava la Divinità; noi invece vediamo Gesù Ostia sotto le sembianze eucaristiche e ne contempliamo con la fede la Divinità. San Giuseppe stava vicino a Gesù, poteva toccarlo e baciarlo, ma non poteva mangiarlo e nutrirsi delle sue Carni Immacolate. Noi invece, accostandoci alla Comunione, possiamo cibarci realmente del suo Corpo ed unirci a Lui intimamente, più che non abbia potuto fare San Giuseppe.

Oh, se ci fosse più fede in Gesù Sacramentato, come sarebbe felice la vita presente e quale onore riceverebbe la Divinità!

I pastori ed i Magi ebbero viva fede davanti a Gesù Bambino e ricevettero le carezze divine. I Farisei ed i Dottori della Legge, pur vedendo Gesù ed ascoltandone gl'insegnamenti, non avendo fede nel Figlio di Dio, furono riprovati.

Quanti Cristiani sono senza fede in Gesù Sacramentato! Tutto cercano, di tutto si preoccupano, tranne che della Comunione! A stento, dietro comando esplicito della Chiesa e dietro insistenze di pie persone, a stento si decidono a comunicarsi nella Pasqua! Dio solo sa quale valore abbia la Comunione di taluni, che si dicono Cristiani!

I devoti di San Giuseppe siano innamorati di Gesù Sacramentato; desiderino ardentemente di comunicarsi. D'ordinario essi si comunicano con frequenza. Ma portano sempre fede viva alla Comunione? Ricavano i frutti spirituali, che sogliono produrre le Comunioni fervorose?

Spesso si riceve Gesù senza la dovuta preparazione, nemmeno remota. Nei momenti preziosi, in cui Gesù entra nell'anima, sovente la mente si divaga e pensa a tutt'altro che a Gesù. Non si ha la delicatezza di fare un devoto ringraziamento dopo la Comunione ed il tutto si riduce a qualche formale preghiera, riducendo ai minimi termini il tempo dovuto al ringraziamento. Non si sa parlare a Gesù con confidenza e con amore, come gli parlava San Giuseppe.

Attorno e dentro la Casa di Nazareth aleggiavano gli Angeli, in modo invisibile ma reale, per rendere continuo omaggio al Figlio di Dio. Nella stessa guisa, appena si riceve la Comunione, gli Angeli stanno presso chi si è comunicato; il corpo di chi si comunica, finché durano le Specie Eucaristiche, diviene un Tabernacolo e quindi gli Angeli fanno corona a Gesù Eucaristico.

San Giuseppe stava a contatto con Gesù ed al momento opportuno mostrava i frutti di tale vicinanza, frutti di santità, di umiltà e di pazienza.

Coloro che si comunicano devono mostrare i frutti della loro vicinanza con Gesù, dando lungo il giorno l'esempio delle loro buone opere.

Si domandi a San Giuseppe la grazia di sapere amare Gesù Sacramentato e di comunicarsi devotamente e con frutto.

Esempio

Una siccità straordinaria minacciava il raccolto in un fertile paese dell'astigiano.

Il Parroco, per ottenere la sospirata pioggia, annunziò ai fedeli un triduo di preghiere in onore di San Giuseppe.

Nel primo e nel secondo giorno continuò il sereno; ma nel pomeriggio del terzo giorno il cielo cominciò a coprirsi di nubi, le quali si sciolsero in fitta pioggia, che durò circa tre ore. La campagna si arricchì.

Finita la pioggia, il Parroco compì in Chiesa la sacra funzione con il canto del Te Deum, in ringraziamento a Dio e a San Giuseppe.

Questa grazia fu il principio di una devozione speciale a San Giuseppe, in onore del quale fu eretto un Altare e si costituì anche una Compagnia Religiosa.

 

Fioretto - Fare molte Comunioni spirituali dicendo: Gesù, Tu sei mio; io sono tuo!

 

Giaculatoria - Gesù Sacramentato, ti adoro in tutti i Tabernacoli.